Cappotto ad una casa anni ‘60: rischio muffa?

Cappotto ad una casa anni ‘60: rischio muffa?Il rischio muffa è una delle paure più grandi di chi intende realizzare un cappotto termico alla propria casa.

Dunque è vero oppure no che il cappotto, soprattutto se eseguito ad una casa esistente, magari anni ‘60, può aumentare la possibilità che si formi muffa?

Ti risponderò con un esempio: la consulenza che ho eseguito per Claudia e Manuel, una giovane coppia che mi ha contattato un paio di mesi fa.

Avevano acquistato la loro prima casa da circa un anno e volevano eseguire alcuni interventi di risparmio energetico per renderla più sana e vivibile anche per la loro bambina.

Quindi dopo aver eseguito alcuni lavori “estetici” : un nuovo porticato all’esterno della cucina e una tettoia lungo la parete a nord, ora volevano eseguire alcuni interventi per ridurre i consumi e rendere la casa più confortevole.

La loro casa è una bifamiliare sovrapposta: loro abitano al piano terra e hanno il loro ingresso e giardino indipendente, sopra di loro abitano altre persone, anche loro con un proprio ingresso e giardino indipendente.

Claudia e Manuel desiderano eseguire il cappotto termico alla loro casa, ma i vicini al piano superiore non hanno intenzione di installarlo. Da qui la loro domanda:

“Posso fare il cappotto solo alla mia unità oppure rischio che si formi della muffa?”

Questi e altri dubbi li hanno spinti a richiedere la Consulenza Preliminare Progetto Biocasa.

Il caso di Claudia e Manuel non è semplice: ci sono dei punti del loro muro che non possono essere ricoperti dall’esterno con isolante perché di proprietà dei vicini.

Bisogna capire come correggere alcuni ponti termici, come ad esempio:

1) Il terrazzo dei vicini che sporge dal muro esterno comune:

Rischio muffa: Il terrazzo dei vicini che sporge dal muro esterno comune2) Il garage dei vicini addossato all’abitazione di Claudia e Manuel che non rende possibile isolare il loro muro del salotto. 

Rischio muffa: Il garage dei vicini addossato all'abitazione di Claudia e Manuel che non rende possibile isolare il loro muro del salotto

3) La scala esterna dei vicini a confine con la lavanderia di Claudia e Manuel 

Rischio muffa: La scala esterna dei vicini a confine con la lavanderia di Claudia e Manuel

Un ponte termico: è un’area dove ci sono delle discontinuità geometriche (come ad esempio negli angoli dell’edificio) o in cui ci sono delle discontinuità di materiale (ad esempio in corrispondenza del cordolo del solaio che è in cemento mentre il muro invece è in mattoni, oppure in corrispondenza dell’attacco dei serramenti che sono in legno sul davanzale che invece è in pietra) che comportano un aumento del passaggio di calore dagli ambienti interni verso all’esterno.

Di conseguenza la temperatura superficiale in questi punti del muro, dove è più grande la fuoriuscita di calore, è più bassa e questo può comportare due fenomeni:

1) Condensazione Superficiale: quando l’aria (che è composta anche da vapore acqueo) condensa sulla superficie dei muri, bagnandoli.
2) Muffa: quando il fenomeno della condensa superficiale permane per molto tempo e bagnando la parete e favorisce l’insorgere di macchie di muffa.

Non dobbiamo pensare che muffa e condensa superficiale si formino raramente e solo in casi particolari come quello di Claudia e Manuel che appunto non hanno la possibilità di ricoprire tutto l’involucro con l’isolante.

Alcuni ponti termici sono frequenti nella maggior parte delle abitazioni esistenti da ristrutturare e purtroppo anche in quelle abitazioni nuove costruite senza prestare le dovute attenzioni.

Basta pensare ai davanzali passanti nelle finestre, ai terrazzi sporgenti, alle cornici del tetto… tutti ponti termici frequenti e presenti in tutte le abitazioni anni ‘60 o ‘70 da ristrutturare.

Infatti, l’analisi che ho fatto per Claudia e Manuel, per correggere tutti i ponti termici così da non avere rischio di condensa e rischio di muffa, dovrebbe essere fatta sempre quando si decide di isolare la casa.

La consulenza in questo caso ha analizzato tutti i punti critici (ponti termici) così da correggerli per limitare al minimo il rischio muffa e il rischio condensa in quei punti in cui la temperatura superficiale della parete sulla faccia interna del muro è più bassa.

Di seguito un esempio di analisi di un ponte termico: l’angolo tra soffitto e muro della camera matrimoniale, in corrispondenza della terrazza dei vicini al piano primo.

Dal grafico si vede che la temperatura superficiale sull’angolo alto tra soffitto e muro è pari a 14°C nella stagione più critica per la formazione di muffa. Questo comporta un elevato rischio muffa e quindi è necessario correggere il ponte termico del terrazzo.

Ponte termico terrazzo: temperatura superficiale parete

Di conseguenza non posso limitarmi ad applicare l’isolante solo all’esterno del muro.

Perciò abbiamo studiato come applicare l’isolante in corrispondenza dell’attacco muro/terrazzo e lo spessore sufficiente per fare in modo che la temperatura della faccia interna del muro aumenti e si riduca al minimo il rischio di formazione della muffa.

Di seguito il grafico, che mostra il ponte termico corretto e quindi che la temperatura superficiale nell’angolo tra soffitto e muro della camera da letto, con l’isolante e lo spessore deciso da noi, è pari a 17°C.

Ponte termico corretto

Mentre una temperatura di 14°C per il luogo in cui si trova la casa e in un determinato mese all’anno favoriva la muffa, una temperatura di 17 °C ne riduce al minimo il rischio muffa.

Puntualizzo che il rischio muffa viene minimizzato, perché la presenza di muffa dipende anche da come utilizzo l’abitazione. Chiaro che se asciugo la biancheria in casa o cucino per 4 ore producendo una massa di vapore incredibile, senza aprire mai le finestre, c’è comunque la possibilità che si formi muffa, anche se, isolando e correggendo i ponti termici, sono riuscito ad aumentare la temperatura dell’involucro.

Attraverso la consulenza abbiamo analizzato tutti i punti critici, indicando a Claudia e Manuel dove posizionare l’isolante e lo spessore ideale al fine di aumentare la temperatura superficiale dell’involucro nei punti critici e ridurre al minimo il rischio di muffa e condensa.

Se Claudia e Manuel si fossero rivolti direttamente ad un impresa per l’istallazione del cappotto, molto probabilmente i ponti termici non sarebbero stati corretti e si sarebbero ritrovati con la muffa in casa, che non solo è brutta da vedere e ci costringe a pitturare di continuo le pareti, ma è anche nociva per la salute.

Con la consulenza invece, hanno potuto partire con il piede giusto e avere tutte le indicazioni necessarie per isolare la loro casa e allo stesso tempo ridurre al minimo il rischio di muffa e condensa nei muri.

Una volta terminata la consulenza e dopo aver spiegato a Claudia e Manuel passo passo che cosa fare per installare in modo corretto il cappotto alla loro casa, riducendo al minimo il rischio muffa, ricevere le loro impressioni sul lavoro svolto, mi ha riempito di gioia.

Le condivido qui sotto, così magari possono esserti utili nel caso anche tu abbia dei dubbi sugli interventi di risparmio energetico che intendi eseguire sula tua casa:

“Volevamo migliorare la nostra abitazione dal punto di vista termico e in particolare volevamo fare il cappotto esterno ma avevamo paura di peggiorare i problemi di condensa e muffa, soprattutto perché abitiamo in una bifamiliare sovrapposta e i nostri vicini al piano di sopra non vogliono fare il cappotto.
Quindi prima di eseguire il cappotto, abbiamo guardato su internet per trovare delle risposte ai nostri dubbi e abbiamo trovato questo sito. Viste le spiegazioni che l’Ing. Marta Capitello di Progetto Biocasa dava sul sito, abbiamo capito che probabilmente ci avrebbe dato la soluzione al nostro problema.
La consulenza ha risolto tutti i nostri dubbi. Abbiamo apprezzato la cura dei dettagli, la chiarezza con cui Marta ci ha spiegato tutto e anche la puntualità nella consegna.”

Non possiamo che essere soddisfatti del risultato! Perciò se anche tu hai una casa costruita negli anni ‘60-’70-’80 e vuoi eseguire degli interventi di risparmio energetico per renderla più efficiente, contattami a questa pagina, saremo felici di aiutarti come abbiamo già fatto con Claudia e Manuel.

Devi anche sapere che il cappotto termico esterno, rientra tra gli interventi dell’Ecobonus 110% contenuto nel Decreto Rilancio 2020.

Se vuoi approfondire ti consiglio di seguire la diretta che farò giovedì 21 maggio 2020 alle ore 18.00 sul mio canale YouTube. Per partecipare, iscriviti al Canale  YouTube Progetto Biocasa e attiva il promemoria per essere avvisato sull’inizio della diretta attraverso questo link:https://youtu.be/tWrSx5UjCoU

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E se ti dicessi che finalmente puoi risparmiare
e vivere in una casa confortevole?

Scopri anche tu quali sono i 3 errori più comuni nella scelta di un cappotto termico e come evitarli:

• No a materiali scadenti che compromettono il corretto isolamento delle pareti
• Basta affidarsi a installatori e tecnici che non sanno quello che fanno
• No a problemi, sì a un sistema che ti permetta risparmiare e vivere bene


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